LA NOSTRA BELLA LINGUA A CURA DI GRACE MANNINO

Benvenuti alla pagina italiana!

Se siete di madrelingua, se studiate la nostra bella lingua, se volete aggiornare o migliorare il vostro italiano, o semplicemente se vi dà piacere leggere l'italiano, questa pagina è per voi. Vi offriamo poesie, modi di dire, proverbi, canzoni, eccetera. Buona lettura!

L'inno di Mameli




Il testo dell'inno nazionale italiano, conosciuto anche come Fratelli d'Italia, è stato scritto dal giovane genovese Goffredo Mameli nel 1847. Lo ha messo in musica poco dopo un altro genovese, Michele Novaro. Sono gli anni del Risorgimento, il periodo in cui sotto la guida di personaggi come Garibaldi, Mazzini e Cavour, l'Italia comincia la lotta che la porterà all'unificazione. Mameli è un giovanissimo poeta e combattente. Nel 1849 combatte a Roma al fianco di Garibaldi contro I francesi, e ferito, muore all'età di 22 anni. I giovani combattenti del Risorgimento accettano il canto di Mameli come il loro inno nazionale, simbolo della giovane Italia rivoluzionaria.

Durante il Fascismo, Fratelli d'Italia va fuori moda. I fascisti preferiscono le loro marce. Nel 1946, con la nascita della moderna Repubblica Italiana, si decide di adottare provvisoriamente quella musica come inno nazionale. È rimasto come tale per decenni.

Negli anni novanta viene proposto di sostituire l'Inno di Mameli con Va' Pensiero dall'opera Nabucco di Giuseppe Verdi, certamente più bello musicalmente. Ma la proposta non va avanti e L'inno di Mameli rimane l'inno nazionale italiano.
 

Inno di Mameli (Fratelli d'Italia - 1847)

di Goffredo Mameli

Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò.

Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò! (ripetete)

Noi fummo da secoli calpesti e derisi, perchè non siam popoli, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme; di fonderci insieme già l'ora suonò.

Fratelli d'Italia ... (eccetera) Uniamoci, amiamoci; l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte ... (eccetera)
  musica di Michele Novaro

Italian brothers, Italy has arisen, with Scipio's helmet binding her head. Where is victory? Let her bow down, for God has made her the slave of Rome.

Let us gather in legions, ready to die, ready to die, Italy has called!

For centuries we have been downtrodden and derided, because we are not a people, because we are divided. Let one flag, one hope bring us together; the hour has struck for us to join forces.

Let us unite and love one another; for unity and love reveal to peoples the ways of the Lord. Let us swear to free our native soil: united under God, who can conquer us?

Va' pensiero - aria dall'opera Nabucco (1842) di Giuseppe Verdi

Va, pensiero, sull'ali dorate; va, ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzano tepide e molli l'aure dolci del suolo natal! Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate... Oh, mia patria sì bella e perduta! Oh, membranza sì cara e fatal! Arpa d'or dei faticidi vati, perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto raccendi, ci favella del tempo che fu!

O simile di Solima ai fati traggi un suono di crudo lamento, o t'ispiri il Signore un concento che ne infonda al patire virtù!
  Fly, thought, on wings of gold; go, settle upon the slopes and hills, where, soft and mild, the sweet airs of our native land smell fragant! Greet the banks of Jordan, and Zion's overthrown towers... Oh, my country so lovely and lost! Oh, remembrance so dear and desperate! Golden harp of the prophetic seers, why dost thou hang mute upon the willow? Rekindle our bosom's memories, and speak of times gone by!

Either, mindful of Jerusalem's fate, give out an air filled with a sad lament, or else may the Lord inspire thee with a song that shall give us the fortitude to bear out sufferings!

L'estate

Le Quattro Stagioni è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi, un concerto per ogni stagione: L'estate, L'autunno, L'inverno, La primavera. Nel 1723 Vivaldi compose sia la musica che i sonetti. Si tratta di un tipico esempio di musica a programma, cioè di composizioni a carattere descrittivo. Infatti, come se non bastassero le parole, la musica invoca l'oppressione del caldo e infine la tempesta che segue.

L'estate



Sotto dura staggion dal sole accesa
     Langue l'huom, langue 'l gregge, ed arde il pino;
Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa
     Canta la tortorella e 'l gardelino.

Zeffiro dolce spira, mà contesa
     Muove Borea improviso al suo vicino;
E piange il pastorel, perche sospesa
     Teme fiera borasca, e 'l suo destino.

Toglie alle membra lasse il suo riposo
     Il timore de' lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mossoni il stuol furioso!

Ah che pur troppo i suoi timor son veri
     Tuona e fulmina il ciel e grandinoso
Tronca il capo alle spiche e a' grani alteri.

Summer



Under the heavy season of a burning sun,
     Man languishes, his herd wilts, the pine is parched;
The cuckoo finds its voice, and chiming in with it
    The turtle-dove, the goldfinch.

Zephyr breathes gently but, contested,
     The north-wind appears nearby and suddenly;
The shepherd sobs because, uncertain,
     He fears the wild squall and its effects.

His weary limbs have no repose, goaded by
     His fear of lightning and wild thunder,
While gnats and flies in furious swarms surround him.

Alas, his fears prove all too grounded,
     Thunder and lightning split the heavens, and hailstones
Slice the top of the corn and other grains.

Le Stagioni in Poesia

     Angiolo Silvio Novaro (1866-1938)

Estate



     L'estate vien cantando,
vien cantando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
     - Un cestel di bionde pesche,
vellutate, appena tocche,
e ciliege lustre e fresche,
ben divise a mazzi e a ciocche.

Inverno



     L'inverno vien tremando,
vien tremando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
     - Un fastel d'aridi ciocchi,
un fringuello irrigidito,
e poi neve, neve a fiocchi,
e ghiacciuoli grossi un dito.

Autunno



     Vien l'autunno sospirando,
sospirando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
     - Un pugnel di morte foglie
e tre gocciole di brina,
nidi vuoti, rame spoglie,
qualche bacca porporina.

Primavera



     Primavera vien danzando,
vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
     -Ghirlandette di farfalle,
campanelle di vilucchi,
quali azzurre, quali gialle,
E poi rose, a fasci e a mucchi.

Estate in Poesia

D'estate



Le cavallette sole
Sorridono in mezzo alla gramigna gialla.
I moscerini danzano al sole,
Trema uno stilo sotto una farfalla.

     Giovanni Pascoli (1855-1912)

Meriggio d'estate



Silenzio! Hanno chiuso le verdi
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua Gloria, o sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli, poi tacciono, vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini, tanto è ora pace
e silenzio... Quand'ecco da tutti
gli alberi un suono s'accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così: le cicale.

     Umberto Saba (1883-1957)

L'autunno

Autunno, da Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi
Nel sonetto all'autunno, Vivaldi ci presenta le suggestive immagini della vendemmia, seguita dall'ebbrezza provocata dal vino che dal ballo al canto porta al sonno sereno. L'ultima serie di immagini descrivono la tumultuosità e i ritmi della caccia.

Autunno



Celebra il vilanel con balli e canti
del felice raccolto il bel piacere
e del liquor di Bacco accesi tanti
finiscono col sonno il lor godere.

Fà ch'ogn'uno tralasci balli e canti
l'aria che temperata dà piacere,
e la stagion ch'invita tanti e tanti
d'un dolcissimo sonno al bel godere.

I cacciator alla nov'alba a caccia
con corni, schioppi e cani escono fuori.
Fugge la belva, e seguono la traccia.
Già sbigottita, e lassa al gran rumore
de' schioppi e cani, ferita minaccia
languida di fuggir, ma oppressa muore.

Autumn



The peasant celebrates with song and dance
the pleasure of the rich harvest,
and many, full of the liquor of Bacchus
finish their merrymaking with a sleep.

The singing and the dancing die away
as cooling breezes fan the pleasant air,
inviting all to sleep
without a care.

The hunters emerge at dawn,
ready for the chase,
with horns, guns and dogs.
Their quarry flees as they give chase.
Terrified and wounded, the prey struggles on,
but, harried, dies.

Autunno in Poesia

Autunno



Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento di agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti,
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.

     Vincenzo Cardarelli (1887-1959)

Soldati



Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.

     Giuseppe Ungaretti (1888-1970)

San Martino



La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

     Giosué Carducci (1835-1907)

L'inverno

Inverno da Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi
In questo sonetto Vivaldi riproduce il clima rigido dell’inverno. Descrive i brividi, il camminar sul ghiaccio, il pericolo di scivolare, e il forte vento. Conclude che malgrado tutto, l’inverno porta le sue gioie.


Inverno


Agghiacciato tremar trà neri algenti
al severo spirar d’orrido vento,
correr battendo i piedi ogni momento;
e pel soverchio gel batter i denti.

Passar al foco i dì quieti e contenti
mentre la pioggia fuor bagna ben cento.

Camminar sopra ‘l ghiaccio, e a passo lento
per timor di cader girsene intenti;
gir forte sdrucciolar, cader a terra
di nuovo ir sopra ‘l ghiaccio e correr forte
sin ch’il ghiaccio si rompe, e si disserra;
sentir uscir dalle ferrate porte
scirocco borea, e tutti i venti in guerra;
quest’è ‘l verno, ma tal, che gioia apporta.

Winter


Shivering, frozen mid the frosty snow in
biting, stinging winds;
running to and fro to stamp one’s icy feet,
teeth chattering in the bitter chill.

To rest contentedly by the hearth, while
those outside are drenched by the rain.

We tread the icy path slowly and
cautiously for fear of tripping and falling.
Then turn abruptly, slip, crash on the
ground and, rising, hasten across the ice
lest it should crack.
We feel the chill of the north wind through
the home in spite of bolted doors.
This is winter, which still brings its own joy.


Inverno in Poesia

Neve


Candida e lieve,
quasi danzando,
scende la neve
infiocchettando
l’albero spoglio
che dorme e spera
qualche germoglio
per primavera.
La neve cade,
copre le strade
morbidamente,
mette il mantello
alla montagna,
uno più bello
alla campagna
che si riposa;
imbianca i tetti,
veste ogni cosa
di bei fiocchetti;
semina un velo
immacolato,
tessuto in cielo
e sbriciolato
sopra la terra
che serba in cuore
gelosamente,
sotto il candor,
tanta semente.


     M. Voltolini

Silenzio invernale


Lieto leggerò i neri
segni dei rami sul bianco …
Non turberà suono alcuno
Questa allegria solitaria.


     Eugenio Montale (1896-1981)

Dormire


Vorrei imitare
questo paese
adagiato
nel suo camice
di neve.


     Giuseppe Ungaretti (1888-1970)

Nevicata


Le casette
stupefatte
sono bianche
come il latte.

Lungo i tetti,
sopra i rami,
che merletti,
che ricami!
Tutto è bianco
monte e valle …
Ѐ un diluvio
di farfalle.

Che stupore
per gli uccelli!
Che cappucci
sugli ombrelli!


     Pasquale Ruocco (1895-1976)

Pastello del tedio


Dal grigio della nebbia fitta fitta
traspaiono cipressi
ombre nere
spugne di nebbia.
E di lontano dondolando lento
ne viene un suono di campana quasi spento.
Più lontano lontano
Passa un treno mugghiando.


     Aldo Palazzeschi (1885-1974)

Orfano


Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccolo dito in bocca.
Canta una vecchia, il mento sulla mano.
La vecchia canta: - Intorno al tuo lettino
c’è rose e gigli, tutto un bel giardino. -
Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.
La neve fiocca, lenta, lenta, lenta.


     Giovanni Pascoli (1855-1912)


La primavera

Primavera da Le Quattro Stagioni di Vivaldi
Nel sonetto dedicato a questa stagione, la primavera arriva festosamente. Poi tuoni e lampi annunciano l’improvviso temporale primaverile, seguito dagli uccelli che tornano al loro canto. Una danza gaia e vivace conclude il sonetto.



Primavera


Giunt’è la primavera e festosetti
la salutan gl’augei con lieto canto,
e i fonti allo spirar de’ zeffiretti
con dolce mormorio scorrono intanto.

Vengon coprendo l’aer di nero ammanto
e lampi, e tuoni ad annunziarla eletti
indi tacendo questi, gl’augelletti
tornan di nuovo al lor canoro incanto.

E quindi sul fiorito ameno prato
al caro mormorio di fronde e piante
dorme ‘l caprar col fido can a lato.

Di pastoral zampogna al suon festante
danzan ninfe e pastor nel tetto amato
di primavera all’apparir brillante


Spring


Joyful spring has arrived,
birds welcome it with their happy songs,
and the brooks in the gentle breezes
flow with a sweet murmur.

The sky is covered with a black mantle,
thunder and lightning announce a storm.
When they are silent, the birds
take up again their harmonious songs.

And in the flower-rich meadow,
to the gentle murmur of leaves and plants
the goatherd sleeps, his faithful dog beside.

To the merry sounds of a rustic bagpipe
nymphs and shepherds dance in their beloved spot as spring brilliantly appears.


Primavera in Poesia

La Primavera


L’inverno aveva rinfrescato
anche il colore delle rocce.
Dai monti scendevano,
vene d’argento,
mille rivoletti silenziosi, scintillanti
tra il verde vivido dell’erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle
tra i peschi e i mandorli fioriti,
e tutto era puro, giovane, fresco,
sotto la luce argentea del cielo.

            Grazia Deledda (1871-1936)


Sveglia

Guizzò la prima rondine dal nido
sotto la mia grondaia,
vibrando al cielo il breve acuto strido;
e già ne strillan cento in frotta gaia.

Filan gli aerei stride, intanto pare
che nei tetti vicini,
salterellando, col lor cianciugliare
bezzichin l’aria i passeri piccini.

Giù nel cortile, ostinasi un galletto
nel suo verso arrochito.
Zitto, signor Dovere, ho già capito:
è ora, è ora di lasciare il letto.

            Luigi Pirandello (1867-1936)

Primule


Sbocciano al tenue sole
di marzo ed al tepor de’ primi venti,
folte, a mazzi, più larghe e più ridenti
de le viole.
Pei campi e su le rive, a piè de’ tronchi, ovunque, aprono a bere aria e luce
anelando di piacere, le bocche  vive.
E son tutti esultanza per esse i colli;
ed io le colgo a piene mani,
mentre mi cantan per le vene
sangue e speranza.

            Ada Negri (1870-1945)


Il Biancospino

Di marzo per la via
della fontana
la siepe s’è svegliata
tutta bianca
ma non è neve,
quella: è biancospino
tremulo ai primi soffi del mattino.

            Umberto Saba (1883-1957)

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